I “vaccini” ad mRna utilizzano un segmento genetico che va a inserirsi nelle nostre cellule obbligandole a produrre una parte del virus la quale, ritrovandosi nell’organismo, stimolerà la produzione di anticorpi. “Né più né meno di una terapia genica”, sostiene M.R, Gismondo – direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano.
dobbiamo essere più che certi del suo profilo reale di efficacia e tollerabilità e questo – avverte la scienziata – potrà avvenire solo a seguito di un iter sperimentale rigoroso e rispettoso, che si prenda tutto il tempo che deve”.