Le capacità antivirali del bergamotto ed i suoi potenziali effetti inibitori su Sars-CoV-2.

Nello scorso Novembre 2020, varie testate giornalistiche riportarono articoli inerenti le ricerche dell’università La Sapienza di Roma, condotte insieme agli atenei “Vita-Salute” di Genova e “San Raffaele” di Milano, accendendo i riflettori sulle potenzialità della Naringenina, contenuta in grandi quantità nel succo di Bergamotto, ’’oro verde di Reggio Calabria”.

Uno studio a riguardo era stato pubblicato anche sulla rivista “Pharmacological Research”.

In questi articoli veniva riportato come il bergamotto di Reggio Calabria sembrava potesse essere un’arma in grado di contrastare il Coronavirus. Secondo i ricercatori, il bergamotto, porterebbe in dote una sostanza: la Naringenina, che sarebbe in grado di inibire i processi infettivi del Covid-19.

Per verificare tale ipotesi erano state create sinergie  tra competenze di biologia cellulare e di virologia, coinvolgendo in un lavoro di squadra virologi delle università di Roma e Milano. In particolare,il gruppo di ricercatori del Laboratorio di Virologia della Sapienza guidato dal Dott. Guido Antonelli, aveva scoperto che il trattamento di cellule con Naringenina previene l’infezione di più di un tipo di coronavirus, bloccando quindi il progredire dell’infezione. In aggiunta a questi risultati, il team del Laboratorio di Microbiologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, guidato dal Dott. Massimo Clementi, aveva dimostrato che, alle stesse dosi, anche l’infezione di Sars-CoV-2 veniva arrestata.

Un ulteriore vantaggio ai fini di una possibile applicazione terapeutica di Naringenina è rappresentato dal fatto che questa molecola è in grado di contrastare efficacemente la dannosa produzione di citochine dell’infiammazione, la cosiddetta tempesta infiammatoria, che si scatena nel corso dell’infezione virale.

Era stato iniziato anche uno studio dell’Unità di Istologia ed Embriologia Medica del Dott. Antonio Filippini, nell’università romana, secondo il quale sembrerebbe che la proliferazione di coronavirus si possa prevenire inibendo uno specifico bersaglio molecolare responsabile della progressione del virus appena entrato nella cellula.

L’Associazione Dicentra (APS) chiede all’intera comunità scientifica, informazioni sull’esito e lo stato di questi importanti studi. Qual’è la situazione dei finanziamenti pubblici per tali ricerche? Quali eventualmente le difficoltà incontrate?

Quella contro il Coronavirus è solo l’ultima frontiera sulla bontà del bergamotto sulla salute. Vi sono, infatti, parecchi studi scientifici che dimostrano come i flavonoidi contenuti nel bergamotto abbiano un’azione molto simile a quella delle statine di sintesi, ovvero di bloccare gli enzimi della sintesi del colesterolo. 

Altri studi, poi, dimostrano come l’utilizzo di succo di bergamotto contribuisca anche a ridurre i livelli di LDL, colesterolo “cattivo”, e ad alzare i livelli di HDL, colesterolo “buono”.

Di  notevole importanza farmacologica sono inoltre i principi attivi di natura furocumarinica, denominati bergapteni, presenti in notevole percentuale nell’olio essenziale di bergamotto. (Calvarano et al., 1979). Una delle ultime ricerche su questi (studio pubblicato su <Italian Review of Medical and Surgical Researches> da G. Tarro, I. Saladino, R. Saladino, F. Saladino, “Effetto del Bergarital sulla replicazione di virus”, 1998) ne ha evidenziato le capacità antivirali.

In merito a queste capacità antivirali, erano stati iniziati anche studi che avevano dato risultati incoraggianti nei confronti del virus dell’AIDS (HIV) e dei virus epatitici (HBV, HCV).

La Naringenina, proprio la molecola al centro dello studio scientifico anti Covid-19, da polifenolo contenuto nel succo di bergamotto, aumenta l’assimilazione di glucosio nei muscoli e nel fegato, pertanto contribuisce a diminuire i livelli di glucosio nel sangue e a migliorare l’attività dell’insulina.

Le proprietà antiossidanti del succo di bergamotto, inoltre, aumentano l’attività degli enzimi con azione antiossidante, limitano la produzione di radicali liberi sulle pareti dei vasi sanguigni e contrastano i meccanismi infiammatori.

Il bergamotto, poi, dato l’elevato contenuto in vitamina C, B1, B2,  che migliorano l’assorbimento del ferro, è utile nel supporto alle terapie per le anemie. L’oro verde di Reggio Calabria, è un ottimo stimolante per l’appetito e, per l’alto contenuto di acido critrico, è efficace contro parassiti intestinali. 

Si ricorda infine che esiste un’epidemia ovina detta “lingua blu” che ha falciato interi greggi nel territorio calabrese. Ebbene il bergamotto di Reggio Calabria può agire in due punti cruciali del ciclo di trasmissione dell’infezione. Il bergamotto agisce in prima istanza come antivirale e poi come antivettoriale cioè blocca la trasmissione del virus da parte dei moscerini inibendo per “idiosincrasia sensoriale” l’approccio di questi insetti che veicolano il virus e lo trasmettono al gregge. 

Cenni bibliografici

1.       Becker Y. and Joklik W.K.: Proc. Natl. Acad. Sci. U.S. 51: 577, 1964.

2.      Calvarano I., Ferlazzo A. e Di Giacomo A. “sulla composizione cumarinica e furocumarinica                   dell’essenza  di bergamotto”, essenza Deriv. Agrumari, 49, 12, 1979.

3.       Easterbrook K.B.: Virology 17:245, 1962.

4.       Joklik W.K.: Proceedings of the 2nd International Symposium on Medical and Applied Virology,       1968.

5.       Magee W.E. and Bach N.K.: Ann, New York Acad. Scl. 130: 80, 1995.

6.       Tarro G., Saladino F., Saladino I., Saladino R.. Effect of Bergarital on virus replication, Italian Review of Medical and Surgical Researches 2/4: 85-87, 1998.

8.       Woodson B. and Joklik W.K.: Proc. Natl. Acad. Sci. U.S: 54:946, 1965